Allargare la visuale. Complessità e difficoltà

Stamattina ho letto un post interessante che attribuisce il declino dell'occidente ad una singola causa: la progressiva burocratizzazione- terziarizzazione- digitalizzazione che ne ha minato la produttività. La lettura mi ha fatto pensare alla nostra innata necessità di semplificare. Cioè di trovare una spiegazione semplice a problemi che ormai non sono più semplici. A prescindere quindi dal valore delle argomentazioni dell'autore del post, ho pensato al declino dell'occidente che, dal mio punto di vista, è semplicemente il declino della civilizzazione nata con l'affermazione del capitalismo e che ormai ha raggiunto i confini del pianeta. Una civilizzazione di grande successo ed estremamente espansiva. Il capitalismo infatti non ammette lo stato stazionario, deve necessariamente crescere. Il suo successo è diventato travolgente dal momento in cui ha inventato, grazie allo sviluppo della cultura scientifica e tecnologica in Europa, il modo di utilizzare i combustibili fossili.

 Ho spesso l'impressione che ci si concentri su singoli sintomi di un fenomeno esteso e relativamente complesso. Perché relativamente complesso? Perché, secondo me, il fenomeno è abbastanza semplice. Si tratta della crisi ecologica di una specie che ha superato la propria capacità di carico (overshoot) globale, ma che è evoluzionisticamente strutturata per affrontare il problema di questo superamento o con una ulteriore espansione o con l'emigrazione. Comportamenti che, quando il problema dell'overshoot ecologico era locale, nella media, ha funzionato abbastanza bene. 

Ora che il problema è globale la specie manca dei moduli comportamentali per affrontarlo.

Entrati nell'era in cui il flusso di risorse naturali dall'ambiente al motore del metabolismo sociale ed economico diventa più viscoso e gli ecosistemi non ce la fanno più ad assorbire i rifiuti delle nostre attività (le due componenti dell'overshoot ecologico sono queste) l'unica strada percorribile è la riduzione di tutte le variabili umane, dalla popolazione ai consumi. Mentre non c'è tecnologia che salvi in un quadro di crescita ininterrotta. E la riduzione volontaria sembra inconcepibile, e forse lo è.

Il capitalismo ha moltiplicato di almeno un ordine di grandezza una tendenza profondamente radicata nella specie (e anzi in tutto il mondo vivente), quella all'espansione e alla migrazione, che sono i due lati della stessa medaglia.

Visti da questo punto di vista i problemi non appaiono più complessi, ma tanto semplici quanto difficili da affrontare. E fra complesso e difficile c'è una bella differenza.

Commenti

  1. Luca,
    il fenomeno a me par "semplice" nella sua complessità.
    Tu non lo usi, ma a me pare che sia ora di "sdoganare" un termine inglese che riassume bene anche il resto di ciò che, da un po' di tempo oltre che in questo post, vai scrivendo e che (per quel che può importare) mi trova in pressoché completo accordo. Il termine è PREDICAMENT, non traducibile con unica parola in italiano.
    Ricordo che il termine entrava in sottotitolo dei "Limits to Growth", con: "A report for the Club of Rome's Project on the Predicament of Mankind", ed è con questo fenomeno che - da quel momento in cui è stato identificato - ci stiamo ... intrattenendo. (poi, vabbè, la traduzione in italiano del titolo LtG sappiano qual era, e la parola in quella edizione del '72 era resa con "dilemma" --- il tutto secondo me giustamente emendato e rimediato con la nuova edizione italiana pubblicata scorso anno da Lu:Ce Edizioni).
    E come per ogni "predicament", non c'è una soluzione (proprio perché non c'è una singola causa/problema o effetto/soluzione), bensì ci sono degli Esiti o delle Conseguenze.
    Personalmente trovo convincenti le vie per avvicinarsi a digerire la cosa suggerite da B. P. Chefurka, ad esempio qui: http://www.paulchefurka.ca/LadderOfAwareness.html. (della serie "oldies but goldies" ;-) ).

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    1. Si Robert, è vero, infatti la parola predicament mi era girata in testa mentre scrivevo poi ho deciso di non fare quello che, fortunatamente, ha fatto tu, cioè spiegare che l'espressione esiste ed è stata usata, guarda caso, mezzo secolo fa quando qualcuno si è accorto che il sistema industriale capitalistico in espansione permanente non è sostenibile su scala dei due tre secoli. E ora siamo al momento critico.

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