Scienza, anti-Scienza e diseguaglianze.
Il dibattito sui vaccini per il
virus che causa il COVID19 è rapidamente degenerato in una rissa. Era già
successo? Molte volte. In realtà qualsiasi “dibattito” (e qui le virgolette
sono d’obbligo) che abbia un contenuto tecnico- scientifico, ed al quale io sia
stato interessato negli ultimi venti anni, ha dato luogo ad una rissa fra due fazioni
contrapposte. Ambedue le fazioni si rappresentano generalmente come razionali e
scientifiche, ma ovviamente non possono esserlo, quindi per un osservatore che
evita la rissa il problema è distinguere chi usa argomenti scientifici e chi
affastella notizie e teorie disparate per sostenere una tesi che gli piace più
dell’altra per interesse, sensibilità, filosofia di vita ecc.
È abbastanza accertato infatti
che in scelte che implicano in qualche modo ed in senso esteso l’etica, ognuno
di noi sceglie in base al proprio bagaglio culturale, familiare, etnico,
religioso e filosofico in modo immediato e guidato dall’emozione, poi la
ragione arriva in soccorso per giustificare la scelta fatta.1
La dinamica della rissa si
presenta nei vari contraddittori sul cambiamento climatico e, in generale, la
crisi ambientale, sulle fonti energetiche, e ora anche sulla pandemia e le
varie proposte per uscirne.
Uno dei riferimenti per capire il
nascere di questi confronti violenti è la teoria della “Montagna di Merda” (MdM).
La teoria della MdM è semplice. Nel passaggio dell’informazione da quella
mediata dai mezzi tradizionali: Radio, TV, quotidiani, riviste divulgative e
specialistiche, al grande oceano disordinato di internet si è verificato un
cambiamento epocale nel quale qualsiasi individuo può pubblicare le proprie posizioni
su un determinato argomento, e talvolta si sente in dovere di farlo, sulla base
di convinzioni maturate nel corso di letture spesso frettolose e
necessariamente parziali di fenomeni complessi. In rete la pubblicazione è
senza controllo e un perfetto ignorante che riesce a suscitare interesse in un
numero sufficiente di persone, ha abbastanza audience da propagare bufale come
quelle delle scie chimiche, del complotto climatico o di quelle sui vaccini.
Ci sono singoli, come Piero
Angela, e vari gruppi di pazienti “sbufalatori” di professione. Uno per tutti
il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze (CICAP).2 Tentativo generoso, ma patetico
per un semplice motivo: i creatori di bufale hanno il favore del numero, sono tanti,
e del costo limitato dei loro sforzi. Essi potranno rispondere ad ogni esperto
di ogni dottrina che ha studiato anni l’argomento di cui si parla, usando nuovi
argomenti che per il pubblico sono difficili da distinguere come falsi o
fuorvianti, possono anche spostare l’attenzione su un aspetto diverso, per cui
ci sarà bisogno di un altro esperto disponibile per contrapporre argomenti che
comunque finiranno per essere contrastati e/o aggirati con la stessa tecnica.
Non c’è speranza.
Fin qui la teoria della MdM.
Diciamo che appare una teoria molto convincente per descrivere il fenomeno dell’informazione
e controinformazione di massa e non mediata su internet. In alcuni casi,
abbastanza spesso, la dinamica è rinforzata da alcune persone che hanno una
preparazione accademica, anche di alto livello, e che, per loro motivi,
prendono posizioni che non sono sovrapponibili o sono decisamente contrarie a
quelle dell’ortodossia scientifica. È sempre successo anche questo. Conoscevo
un professore di chimica che professava teorie strampalate sulla Meccanica
Quantistica, affastellando fatti veri, ipotesi verosimili, congetture
contraddittorie, travisamenti veri e propri e fallacie logiche, in un unico
piatto di spaghetti inestricabile anche per chi avesse studiato abbastanza la
teoria. A quei tempi, anni ’80 del secolo scorso, e per l’argomento abbastanza
esoterico, i danni che poteva fare erano minimi. Oggi basta un professore universitario
di chimica che parla di a vanvera di virologia o di clima (senza saperne nulla)
per diventare immediatamente l’idolo di qualche fazione in contesa.
Ma anche a questa teoria della
MdM rinforzata, mancava un tassello. E l’ho trovato grazie ad un post che ho
letto stamattina. Se volete andate a leggervelo per intero, ha una spiegazione
della MdM estesa e convincente e più completa della mia, ma per lo scopo di questo post quello che conta è il finale.3
Chi sono i generatori della MdM?
Le scimmie, gli ignoranti e, ecco il punto cruciale: gli under performer, cioè coloro che non hanno avuto successo, i
falliti, i frustrati della lotta darwiniana per l’affermazione individuale. È
il nuovo classismo del XXI secolo sdoganato da Umberto Eco con la sua famosa
frase sui social che danno la parola “a legioni di imbecilli che prima parlavano
solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività”.
Il fatto è che in società in cui
le diseguaglianze sono aumentate in modo molto marcato a partire dagli anni
80-90 del secolo scorso, e nelle quali il regime di diseguaglianza viene
giustificato con la retorica della meritocrazia nella versione che colpevolizza
coloro che hanno prestazioni non ottimali, cioè che non tiene minimamente conto
del fattore sociale (e casuale) del successo individuale, sentirsi under performer è la regola non l’eccezione.4 Questo vale per la società
nel suo insieme e per i suoi vari settori. Ad esempio quello dell’educazione, e
dell’educazione superiore ed universitaria in particolare. Ma di questo,
magari, parlerò più estesamente in seguito.
Io credo che in una società più
giusta il merito emerga naturalmente e venga riconosciuta la competenza di chi
ha studiato. Dal momento in cui si ha il sospetto che il successo dipenda (anche)
da fattori come: rendite di posizione, vantaggio iniziale, favoritismi,
meccanismi poco trasparenti, l’esercito dei frustrati non può che aumentare e
diventare sempre più agguerrito. Allora è inutile lamentarsi del fatto che
esista.
In pratica le classi dirigenti
hanno creato un sistema che è un generatore di frustrati e poi si lamentano, e
con loro si lamentano quelli che per vari motivi si sentono “arrivati”, dell’esistenza
di questo esercito che gli si ribella. Il problema non è l’ignoranza o il fatto
di aver dato parola agli ignoranti, il problema è l’aumento delle diseguaglianze
che ha dato vita all’esercito dei frustrati.
1. Haidt, J. Menti tribali: perché le
brave persone si dividono su politica e religione. (Codice, 2013).
2. CICAP -
HomePage. https://www.cicap.org/n/index.php.
3. La teoria
della montagna di merda. B-log(0)
http://www.blogzero.it/2014/11/10/la-teoria-della-montagna-di-merda/ (2014).
4. PIKETTY,
T. Capitale e ideologia. (La nave di Teseo, 2020).
Un fatto che ho verificato molte volte è che persone più colte ed intelligenti di me assumono su determinate questioni atteggiamenti che mi sembrano assolutamente irragionevoli. Ma ciò non riduce la loro cultura ed intelligenza. Allora vedo due possibilità: O quello che pensa cazzate sono io, ipotesi da non scartare; o ci sono meccanismi psicologici che bypassano il ragionamento, radicandosi direttamente nell'istinto e nel sentimento che (se ci fidiamo di Lorenz) sono strumenti conoscitivi fondamentali quanto il pensiero analitico. E se questo succede (come penso) allora probabilmente lo facciamo tutti, solo che ce ne accorgiamo quando lo fanno gli altri.
RispondiEliminaIl guaio è che i danni fatti dalle idee sbagliate non dipendono da quanto siano psicologicamente giustificate, bensì da quanto sono praticamente sbagliate.
Innanzi tutto si tratta di vedere di quali questioni si tratta, qui io mi riferisco soprattutto a questioni riguardanti le scienze anche se toccano aspetti etici. Man mano che ci si allontana da questo ambito ovviamente le opinioni divergono. La scelta di opzioni alternative in campo etico è stata studiata in psicologia, vedi, ad esempio, il bel libro di Haidt che suggerisco fra i riferimenti bibliografici.
EliminaRecentemente ho letto anche di un altro fenomeno. Ne ho letto la definizione in inglese ma non la ricordo e devo parafrasarla: se sei compente in un dato campo, potresti tendere a shiftare tale competenza in altri ambiti, rischiando di dire sonore ….ate.
RispondiEliminaQuesto dall'alto, se poi incontra la MdM proveniente dal basso, resa possibile dal web e dai social e ragionevolmente stimolata dalla frustrazione di non essere arrivati, ecco chi si fa un bel boom!
Si anche questo è un problema. Soprattutto quando il competente in questione ha avuto successo. L'esempio sono i premi Nobel che si sentono in dovere di esprimere giudizi in campi a loro estranei. Ad esempio quando Rubbia fu chiamato a parlare di Clima e fece una figuraccia.
EliminaA quello che scrivi e alle buone osservazioni dei commentatori prima di me, aggiungo (in parte sovrapponendomi) la dinamica tipica di questi "dibattiti", ovvero il "combinato" disposto di due effetti complementari: la "sindrome dell'impostore" (per una "pillola" di cosa sia: https://it.wikipedia.org/wiki/Sindrome_dell%27impostore) e, a complemento appunto, l' "effetto effetto Dunning-Kruger" (in pillole: https://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_Dunning-Kruger).
RispondiEliminaNon conoscevo la sindrome dell'impostore.
EliminaVisto che sono stati citati ì debunker, vorrei far notare che questi sono molto meno 'ingenui' di quanto si creda e, soprattutto, molto meno esenti da quel bias, cherry picking, Dunning-Kruger che hanno sempre in bocca riferito agli altri.
RispondiEliminaAd esempio, se mi limito a debunkare leggende metropolitane su Big Pharma, OGM e nucleare (e non ho scelto questi tre a caso), voglio far passare l'idea che QUALSIASI PROBLEMATICA relativa a essi sia leggenda metropolitana. E non mi pare che sia così... (Igor Giussani)
Questo è verissimo Igor, e infatti ogni volta che mi sono trovato a parlare di OGM e grandi interessi di Big Pharma- Biotech- Agrifood, anche in modo moderato e più che altro facendo domande, mi sono sempre trovato accusato di essere un trangugiatore di fake news, di essere un complottista o qualcosa di simile da parte degli adepti della religione pubblica scitech. Una religione che va in combutta con l'economia ortodossa neoliberale.
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